I Vigneti di Grillo sull’isola di Mozia
Sicilia DOC Grillo “Mozia” 2018 Tasca d’Almerita nasce, cresce e viene prodotto a Mozia. Mozia è la vigna nella quale si fondono storia e modernità, natura e civiltà. Quest’isola nello Stagnone di Marsala, che fu colonia fenicia, è un luogo unico nel quale l’ecosistema marino e le vigne che arrivano a ridosso dell’acqua, vivono in totale comunione, così come i reperti archeologici e la posidonia, i fenicotteri e gli aironi cinerini che qui vengono a svernare.
Su questo terreno ricco e salmastro che racconta una storia di produzione del vino iniziata nell’Ottocento, ai tempi d’oro del vino Marsala, quando gli inglesi intuirono le potenzialità di questi terreni, la Fondazione Whitaker, che tutela il patrimonio paesaggistico e culturale dell’isola, ha scelto Tasca per portare avanti un piano di valorizzazione e recupero dello storico vigneto di Grillo.
Alla fine del 1800, Joshef Witaker erede di una famiglia inglese trasferitasi in Sicilia, appassionato studioso di scienze naturali (ornitologo), storia, archeologia, sport (fu il fondatore della Palermo Calcio) e vino, cominciò ad acquistare appezzamenti di terra da ciascuno dei 19 contadini proprietari dell’isola fino ad acquisirne la proprietà completa nel 1902.
Fondazione Whitaker Palermo
Nel 1906, Witaker, dette inizio ai primi scavi, scoprendo che su quarantacinque ettari di terreno agrario si nascondeva ben protetto sotto i trenta centimetri della stessa terra un’inestimabile quantità di reperti archeologici. Lui stesso ne rinvinne circa 10.000 catalogati e oggi visibili al Museo di Mozia.
Dal 1971 l’isola è di proprietà della Fondazione “Giuseppe Whitaker”, costituita e voluta da Delia, figlia di Joseph Ella, seguendo il suggerimento dell’illustre storico e Accademico dei Lincei Biagio Pace, si adoperò affinché la Villa facesse parte integrante di una Fondazione culturale intitolata al nome del suo genitore e ne divenisse la sede amministrativa.
Con decreto in data 9 luglio 1975, il Capo dello Stato conferiva il riconoscimento di Ente Morale alla Fondazione “Giuseppe Whitaker” la quale, posta sotto l’alto patrocinio dell’Accademia dei Lincei, persegue lo scopo di promuovere l’incremento della cultura, dell’istruzione e la divulgazione dei valori artistici nelle varie espressioni e, in particolare, lo studio e la conoscenza della civiltà fenicio-punica nel Mediterraneo.
Alberelli Panteschi di Grillo sull’isola di Mozia
Il Vitigno e le Uve Grillo a Mozia. Il primo impianto moderno di vigneto sull’isola di Mozia pare risalga ai primi decenni dell’Ottocento quando l’area di Marsala divenne oggetto di interesse da parte di inglesi interessati a produrre un vino che facesse concorrenza al celebre Porto. Non è però escluso però che anche in epoca precedente ci fossero vigneti sull’isola, sebbene non esistano documenti certi al riguardo.
Si ipotizza peraltro che i Fenici – già noti per il vino dolce e speziato di Canaan (in Fenicia, l’odierno Libano) – avessero avviato qualche produzione anche sull’isola di Mozia. Del resto il vitigno Grillo da cui nell’800 si è prodotto ed è di recente tornato a prodursi l’omonimo vino bianco, è una pianta autoctona da epoca immemorabile.
Il Grillo è un vitigno a bacca bianca diffuso nella Sicilia occidentale e, in particolare, nella provincia di Trapani. La Sicilia è riconosciuta come una della culle della viticoltura. Recenti scoperte archeologiche fanno risalire le prime attività di vinificazione addirittura all’Età del Bronzo.
Il Grillo ha, invece, una storia diversa. Questa varietà, infatti, è frutto di un incrocio tra Catarratto e Zibibbo, realizzato dal barone Antonino Mendola sul finire dell’Ottocento. Agronomo e ampelografo il Barone si dedicò allo studio delle viti su oltre 4 mila varietà.
L’atto di nascita del Grillo, datato 1874, è scritto di pugno proprio dallo stesso Mendola: “seme di Catarratto bianco fecondato artificialmente col Zibibbo nella fioritura del 1869 nel mio vigneto Piana dei Peri presso Favara.
L’obiettivo principale di Mendola era quello di individuare un vitigno in grado di conferire maggiore struttura e aromaticità al Marsala, come scrive lui stesso nel 1904: “ibridai il Catarratto comune di Sicilia collo Zibibbo, per ottenere un ibrido colle virtù miste dell’uno e dell’altro progenitore, per potere fabbricare un Marsala più aromatico”.
Il Grillo è un vitigno vigoroso e con una buona resistenza alle crittograme. La sua caratteristica principale è di raggiungere un’elevata concentrazione zuccherina mantenendo un ph relativamente basso, una combinazione che si ritrova spesso nelle uve in grado di dare vini longevi e di grande qualità.
La forma di allevamento tradizione è l’alberello pantesco con potatura corta o mista, alla marsalese.
Negli studi più recenti sono stati individuati due biotipi chiamati A e B, che presentano differenze sostanziali. Uno è più fresco, più simile a un Sauvignon Blanc. L’altro è più potente e alcolico con aromi complessi e sfumature mielate, molto adatto a produrre vini liquorosi come il Marsala. Questo spiegherebbe la sua incredibile versatilità.
Tasca d’Almerita a Mozia
Dal 2007, quando la Fondazione Whitaker ha affidato a Tasca d’Almerita la realizzazione di un progetto per la promozione e il recupero dei vigneti storici di Grillo, la storica cantina si prende cura di 12 ettari di vigna su Mozia, un minuscolo isolotto di fronte alle Saline di Marsala, sulla costa occidentale della Sicilia, facendo rivivere il “Vino dei Fenici”.
Per quanto piccolo, questo è da sempre territorio vocato alla viticoltura, sia per le particolari caratteristiche del suolo sia per il microclima, che è a tratti sorprendente: la laguna circostante genera infatti una sensibile inversione termica durante i mesi più caldi, ciò che preserva il corredo aromatico sintetizzato dalle piante durante il giorno.
Mozia è anche un importante sito archeologico, un vero e proprio museo all’aperto dove vigna e rovine convivono, creando un paesaggio unico e affascinante.
Da qui è ripartita agli inizi del Novecento la viticoltura siciliana dopo il gravissimo flagello della fillossera. Qui è stato probabilmente impiantato il primo vigneto sperimentale di una varietà, ibrido di Catarratto e Zibibbo, che successivamente verrà battezzata con il nome “italianizzato” di Grillo (dal siciliano antico “ariddu”, frutto con un solo seme).
A Mozia Tasca d’Almerita si prende cura dei piccoli esseri unici che sono “gli alberelli con potatura alla marsalese”, assecondandoli nel catturare l’essenza di questo territorio.
Dopo la vendemmia le uve, raccolte all’alba in cassette, sono immediatamente trasferite sulla terraferma con piccole imbarcazioni a fondo piatto che attraversano lo Stagnone fino alla costa: qui le attendono camion refrigerati a bordo dei quali viaggiano fino alla Tenuta Regaleali. Il risultato è un Grillo luminoso, salino: il Mozia.
Sicilia DOC Grillo “Mozia” 2018 Tasca d’Almerita, Fondazione Whitaker. Tasca d’Almerita produce a Mozia un Grillo unico nel suo genere e dal profilo inconfondibile, fortemente connotato dalla posizione delle vigne, coltivate tra le saline e il mare. Nel calice si presenta di colore giallo paglierino, luminoso e brillante. Il bouquet è ricco e sfaccettato, con profumi floreali, aromi di lime e agrumi, note fruttate e sentori iodati, che ricordano la brezza marina. Il sorso è caratterizzato da una freschezza sapida, con note succose e persistenti di frutta gialla matura, che si stemperano in un finale piacevolmente salmastro.
Il Grillo “Mozia” della Sicilia prodotto nella Tenuta Whitaker di Tasca d’Almerita, fermenta in acciaio, dove successivamente riposa sui lieviti per cinque mesi. È contraddistinto da freschezza e sapidità, caratteristiche che lo rendono tipico e tradizionale, ma nel contempo anche unico e difficilmente eguagliabile: da provare.
Luca Maroni, 2018: 94 / 100
Robert Parker, 2018: 91 / 100
James Suckling, 2018: 91 / 100
Veronelli, 2018: 91 / 100
Bibenda, 2018: 4 Grappoli Rossi su 5
Perfetto da bere con pesce alla griglia, pasta al pesce in bianco, zuppa di pesce in bianco, carni bianche in umido, risotto ai frutti di mare.
Scopri anche tutti gli altri vini delle varie Tenute Tasca d’Almerita.
La strada subacquea di Mozia
La strada artificiale subacquea che collegava l’isola di Mozia alla Terraferma costruita dai Fenici e migliorata dai cartaginesi in epoca punica.
Dell’antica strada artificiale, che collegava l’isola di Mozia con il promontorio di Birgi sulla terraferma, sipossono ancora oggi osservare ad occhio nudo alcune tracce. La strada era lunga circa 1,7 Km e larga 7-8 m, in modo da consentire il passaggio di due carri affiancati. La strada fu costruita intorno alla metà del VI sec. a.C. Dai Fenici e migliorata in età punica dai Cartaginesi.
Davide Scalora, Sikanfood