Nero d’Avola: il Principe dei vini di Sicilia. Importato dagli antichi Greci durante la colonizzazione della Magna Grecia e specialmente della Sicilia jonica. Quelle genti individuarono fin da subito le caratteristiche pedoclimatiche della costa orientale dell’isola e vi impiantarono le viti di questo vino, che ben si adattava a suoli aridi ed a climi torridi, producendo un vino molto forte, data la maggiore concentrazione di zucchero nel frutto. Il nero d’Avola è un vino robusto, deciso, severo, energico, ben strutturato e molto longevo. Lo si può trovare in purezza oppure in blend con varietà più morbide e leggere che ne smorzano la sua naturale spigolosità.
Nero d’Avola: il Principe dei vini di Sicilia, indice dei contenuti
Antica anfora greca
L’introduzione della vite in Sicilia si deve ai Fenici, anche se il ritrovamento, alle falde dell’Etna, di viti selvatiche dimostra la presenza di questa coltura già nell’era terziaria. Furono i Greci ad avviare in modo decisivo la coltura della vite, seguiti dai Romani. La vite da vino è stata coltivata da sempre in Sicilia fin dall’arrivo dei popoli indoeuropei. I greci chiamavano la Sicilia «Enotria» (Terra del vino) per attestarne la spiccata vocazione alla vitivinicoltura.Il nome Enotria deriva dal greco ôinos (vino) a causa dei floridi e numerosi vigneti del territorio che i greci trovarono al loro arrivo. I greci di Corinto fondarono Siracusa e introdussero la coltivazione del Nero d’Avola, tipicamente ad alberello, allevamento tradizionale fino ai nostri giorni.
La tipica coltura ad “alberello” del Nero d’Avola
Il vitigno Nero d’Avola è il vitigno autoctono Siciliano per antonomasia, con circa 12.000 ettari di superficie complessiva coltivata in Sicilia. Il suo territorio di origine si trova nelle località di Eloro, Pachino e Noto, in provincia di Siracusa. In quest’area ha trovato l’habitat perfetto, grazie a un clima secco e ventilato, mitigato dalle brezze del mare e protetto a nord dai monti Iblei. Il vitigno Nero d’Avola manifesta una certa territorialità nelle proprietà organolettiche dei suoi vini. Esistono infatti diverse differenze di carattere tra il Nero d’Avola prodotto nella parte centro occidentale della Sicilia e quello della zona sud-orientale.
I vini prodotti con il vitigno Nero d’Avola presentano buona acidità che dà ai vini provenienti dalle zone più vocate una buona predisposizione all’invecchiamento anche lungo, meglio ancora se provenienti da uve coltivate con il tradizionale sistema detto ad “alberello”. I vini del vitigno Nero d’Avola hanno un carattere deciso e a seconda dello stile di vinificazione sono talvolta un po’ spigolosi, talvolta molto eleganti. Già alla fine dell’800 i vini rossi da uve nero d’avola, provenienti dal territorio siracusano e, in particolare, da Pachino, erano divenuti molto richiesti e apprezzati dagli stessi commercianti Francesi, che li usavano per dare colore e corposità ai loro vini.
Ed è solo a partire dagli anni ’70 del ‘900 che inizia, finalmente, una seria sperimentazione su questo vitigno: condotta tanto da Istituti pubblici, quanto da aziende private, al fine di studiare e valorizzare questo vitigno. Essa è culminata nella nascita della pregiata bottiglia di vino Duca Enrico 1984.
Un Duca Enrico del 1992
Peculiare, inoltre, la differenza di carattere riscontrabile fra i nero d’avola prodotti nella parte occidentale dell’Isola e quelli delle zone orientali: i primi risultano quasi sempre più grevi e d’impatto violento sul palato; i vitigni a Nero d’Avola coltivati nella zona orientale della Sicilia, invece, risultano caratterizzati da una maggiore finezza, con spiccati sentori di frutta. in particolare quelli coltivati nelle denominazioni di origine controllata Eloro DOC e Noto DOC.
Il nero d’avola da sempre rende uve ad alta gradazione zuccherina che consentono al vino che ne viene prodotto di arrivare con facilità ad oltre 15 gradi alcolici. Per la sua sensibilità alle muffe, predilige le esposizioni asciutte e ben ventilate. Esprime al meglio le sue qualità su suoli poveri e ricchi di calcare, che limitano naturalmente la produzione delle piante e donano vini con buona concentrazione di aromi e maggior finezza ed eleganza.
La vinificazione in purezza ne fa uno dei più grandi vini rossi italiani: di struttura, dal carattere possente, intenso, armonico, caldo, adatto all’affinamento in legni pregiati. Negli ultimi decenni, il nero d’Avola ha saputo progressivamente cambiare la sua identità. Da semplice vino da taglio si è affermato come uno dei rossi siciliani più interessanti con un buon corpo, un grado alcolico piuttosto elevato, con trama tannica morbida e un’acidità, che ne garantisce un buon potenziale d’invecchiamento.
Siamo a Caltagirone in Contrada San Mauro. L’azienda vitivinicola Judeka si trova nell’entroterra siciliano, nella zona Sud orientale della Sicilia, dove splende la famosa Val di Noto: uno dei più vasti siti al mondo ad essere riconosciuto Patrimonio dell’Umanità Unesco. La città sorge su una collina a 608 metri sul livello del mare. Judeka Winery è una struttura di recente costruzione circondata dalla campagna e dal verde delle colline. I titolari e fratelli Cesare e Valentina, puntano sul rispetto della natura e delle uve, utilizzando tecniche di agricoltura biologica.
Judeka propone una gamma di artistiche bottiglie in ceramica di Caltagirone: 4 di forma borgognotta e 4 di forma conica, modellate al tornio e ornate a mano da abili artigiani locali. Il vino all’interno è Nero d’Avola in purezza, che ha più struttura e si presta all’invecchiamento, i decori invece cambiano e sono realizzati con smalti apiombici, adatti per la produzione di oggetti a uso alimentare. Piccole differenze o lievi imperfezioni sono motivo di pregio e sinonimo del “fatto a mano”. La bottiglia Judeka ricorda il tema dei carretti siciliani.
“Il suolo brillava come oro” racconta Valentina, sin dal primo momento questa l’emozione per il territorio di San Mauro. La sabbia e l’argilla hanno subito convinto della bontà del suolo e dei vini. Judeka sorge lungo l’antica Strada del Vino, nella contrada San Mauro a Caltagirone, un’area vinicola molto importante nel contesto siciliano dove viene coltivata l’unica DOCG siciliana: il Cerasuolo di Vittoria. La zona è famosa anche a livello archeologico, si racconta che i greci giunsero attraverso i fiumi, allora navigabili, che costeggiano i vigneti. Come è noto, furono proprio quest’ultimi a esportare nei paesi del Mediterraneo la vite e le tecniche della sua coltivazione.
La posizione dei vigneti è strategica, una gola naturale favorisce la ventilazione proveniente dal Mediterraneo. I venti che giungono anche dai Monti Iblei (Libeccio, Ponente e Scirocco dall’Africa), spazzolano le vigne e questo allontana naturalmente l’attacco da parte di parassiti e insetti. I terreni sono formati da un impasto misto di sabbia e argilla. La sabbia regala ai vini l’intensità dei profumi, mentre l’argilla permette di conferire una struttura salina, e in momenti di siccità garantisce il giusto livello di umidità al vigneto.
L’uva di queste parti ha un nome ed un territorio d’elezione: Nero d’Avola, coltivato unicamente ad alberello. Vitigno di antiche tradizioni ed oggi particolarmente apprezzato, è di certo uno dei più interessanti di tutta la Sicilia e si caratterizza per la struttura, l’intensità, la rotondità di frutto, oltre alla capacità di invecchiamento.
Secondo per quantità è il Grillo, seguito dal Syrah, anch’essi coltivati ad alberello.La produzione include anche il Sultana, una piccola lingua di terra coltivata a Zibibbo e Moscato. Particolarmente adatto a climi caldi e ventilati, l’alberello è uno delle forme più antiche e naturali di coltivazione della vite: prevede un’alta densità di piante, 5.500 ceppi per ettaro, fattore decisivo per la qualità delle uve e quindi del vino.
Artigianalità e grande qualità sono i caratteri distintivi dei vini prodotti a Feudo Maccari: la particolare coltivazione ad alberello richiede molta attenzione e manualità per garantire prodotti all’altezza dei riconoscimenti internazionali che i vini di Antonio Moretti Cuseri hanno ottenuto negli anni. Saia 2015 Feudo Maccari viene prodotto da sole uve di Nero d’Avola vinificate in purezza. Varietà meravigliosa capace di regalare vini intensi e rotondi. Il vino prende il nome dai canali di irrigazione costruiti secoli fa dagli Arabi per raccogliere le acque piovane. Le tradizionali vigne ad alberello e la maturazione in barriques francesi ne fanno un fuoriclasse della categoria.
Duca Enrico, prodotto per la prima volta nel 1984, è uno dei vini simbolo dell’enologia italiana ed internazionale. Primo Nero d’Avola in purezza nella storia dei vini siciliani, questo nobile rosso, che nasce solo da alcune selezionatissime vigne all’interno della Tenuta di Suor Marchesa, è un vino dal fascino aristocratico e dallo stile inconfondibile.
La Tenuta di Suor Marchesa è situata a Riesi, nel centro della Sicilia, su una dolce collina ben esposta ai venti, dove le estati sono molto calde e gli inverni miti e brevi. In questa parte dell’Isola da secoli si coltiva il Nero d’Avola, che proprio nell’area di Riesi, grazie alle particolari condizioni pedoclimatiche, ha trovato un habitat ideale. Acquistata da Duca di Salaparuta nel 2002 Suor Marchesa è stata scelta per la sua esposizione a Sud, l’ottima ventilazione, l’irradiazione e la composizione calcarea del terreno.
Esposto a mezzogiorno il vigneto è ben soleggiato durante il giorno e la giusta pendenza e l’adeguata ventilazione naturale, garantite dalla zona collinare, permettono alle uve di mantenere il corretto equilibrio di idratazione. Mentre l’intensa esposizione ai raggi solari, unita a temperature miti e alla buona escursione termica, consente ai grappoli di raggiungere la piena maturazione garantendo un quadro olfattivo ricco e una maggior longevità. I vigneti, attualmente circa 100 ettari, sono coltivati ad alberello e qui, in alcune selezionatissime zone della vigna, nasce il vino più rivoluzionario di Duca di Salaparuta, Duca Enrico, il primo Nero d’Avola in purezza nato nel 1984, partito da questo angolo di Sicilia per arrivare in tutto il mondo. Clima – Inverni miti e brevi, estati calde e molto asciutte.
Il vitigno che meglio di tutti gli altri esprime il carattere enologico della Sicilia. Questo vino, ricavato scrupolosamente delle migliori selezioni aziendali, esprime in assoluta purezza la straordinaria eleganza e capacità di evolvere nel tempo. Questo formidabile Nero d’Avola viene coltivato nei Pressi di Niscemi, in provincia di Caltanissetta sul versante meridionale dell’isola.
I Vitigni crescono su un terreno di medio impasto tendente al sabbioso, ad un altitudine di 100m slm. La Cantina è posta dentro il triangolo fra Piazza Almerina (conosciuta per la sua straordinaria e intatta villa romana), Caltagirone (famosa per le ceramiche) e Vittoria (famosa per l’unico Docg siciliana, il Cerasuolo di Vittoria), Feudi del Pisciotto ha le nuove vigne (44 ettari piantati a partire dal 2002) a circa 250 metri di altezza e a 5 km in linea d’aria dal mare. Si giova quindi di due moderatori climatici: l’altezza, dove arrivano le brezze marine e il grande compensatore della temperatura che è il mare stesso.
Intorno all’edificio del Feudo, che confina con la Riserva del Pisciotto ricca di sughere e di alcune centinaia di diverse essenze, sono stati reimpiantati le vigne con le principali varietà autoctone (dal Nero d’Avola al Frappato) e con alcune varietà internazionali come il Merlot, il Cabernet, ma anche il Pinot nero (il top di gamma), il Semillon che insieme al Gewürztraminer è destinato alla produzione di un vino passito eccezionale, secondo un’intuizione geniale di Giacomo Tachis in armonia con Alessandro Cellai, che anche a Feudi del Pisciotto (come a Castellare di Castellina e Rocca di Frassinello) è enologo e direttore generale dell’azienda.
Lu Patri è il Nero d’Avola concepito nella primavera dell’anno 2000 nei sei ettari del Cristo di Campobello dalla progènie patriarcale della sua terra-madre. Purezza e sublimazione.La ricompensa del lavoro. Il Baglio si estende su una superficie di trenta ettari di vigna della Sicilia Agrigentina, organismo unico di dieci microaree, proprietà accorpata di cinquanta ettari a Campobello di Licata.
Terreno profondo, misto calcareo e gessoso, di giacitura collinare, tra i 230 e i 270 metri sul livello del mare e a 8.000 metri dalla costa. Qui la terra e la luce si fondono in un atmosfera lucente, l’aria si veste del risalto del bianco colore delle origini, stato di tutte le cose possibili, il divenire, la purezza originaria, la totalità dei colori, il suolo gessoso del Cristo di Campobello.
La superficie vitata è di alto lignaggio agrigentino messo a dimora nell’anno 2000 da tre padri di famiglia e quotidianamente elevato, alla ricerca, con ogni vendemmia, di una nuova opportunità di miglioramento. Dopo decenni trascorsi a coltivare vendemmie, nasce la visione di un nuovo percorso enologico. Con la consapevolezza di avere le risorse giuste, il luogo adatto, uno straordinario microclima e le persone qualificate. Prende così vita l’idea del Cristo di Campobello.
Rispetto di un territorio unico e prezioso, vinificazione individuale per ciascun vigneto. Sono solo alcune delle scelte del Cristo di Campobello, in una filosofia che privilegia, fin dalle origini, la qualità. Grazie alla tenacia di donne e uomini, alle loro braccia, alla loro testa, al loro cuore, al loro lavoro – giorno per giorno, tutto l’anno.
Questo vino viene prodotto con uve Nero d’Avola provenienti dalla Tenuta San Giacomo dei Cusumano e vinificate in purezza. La Tenuta San Giacomo si trova nei pressi di Butera, in provincia di Caltanissetta non lontana dalla costa meridionale della Sicilia. I terreni si trovano ad un’altitudine di 400 m slm. La terra qui è bianca. Come la neve e il torrone siciliano.Tenuta San Giacomo la riconosci subito per la sua terra calcarea. Il sole qui viene dal cielo e si riflette sul suolo. La brezza marina poi contribuisce a far maturare equilibratamente l’uva. Qui c’è soprattutto Nero d’Avola.
Qui la luce è forte. È una luce che viene dall’alto, dal cielo, e dalla terra. C’è una forte escursione termica tra il giorno e la notte –siamo pur sempre in collina, a 400 metri sul livello del mare – e questo fa sì che l’uva mantenga una forte acidità. E il mare è vicino, a circa 10 km da qui. Non si vede ma si sente nel vento.
A Tenuta San Giacomo la potenza naturale dei vini siciliani e l’eleganza e la freschezza date dall’altitudine e dal terreno calcareo ricco di trubi bianchi, trovano la loro perfetta rappresentazione nel Nero d’Avola. Questo vitigno emblema della Sicilia, in un terreno così particolare, raggiunge una maturazione piena ed equilibrata. I Cusumano lo allevano a spalliera e a settembre le uve le si raccoglie manualmente, in cassette.
Non a Caso il Vigneto dove viene coltivato il Nero d’Avola lo si appella “Del torrone bianco”. Proviene dallo storico vigneto di Nero d’Avola. E’ Così chiamato per il caratteristico colore bianco baluginante.
Sàgana racchiude tutta la complessità mediterranea. l’interpretazione più autentica del Nero d’Avola, l’ambasciatore di Cusumano nel mondo. Su questi terreni calcarei, la potenza naturale del Nero d’Avola si unisce all’eleganza e alla freschezza date dall’altitudine e dal terreno ricco di trubi bianchi. Il risultato è un Nero d’Avola che raggiunge una maturazione equilibrata, preservando un’acidità sorprendente che gli apporta una bella longevità. Poi riposa per 18 mesi in grandi botti.
L’Harmonium è la sintesi riuscita tra la potenza del Nero d’Avola e lo stile Firriato. L’obiettivo era quello di creare un “cru dei cru” che offrisse tutte le espressioni della ricchezza di un vitigno così eclettico. Dopo 15 anni di analisi e microvinificazioni, Firriato ha identificato, nei 165 ettari di Borgo Guarini, i tre differenti cru della Ferla, della Lepre e della Beccaccia, per allevare viti ottenute da ben tre diverse selezioni massali di Nero d’Avola. La complessità delle condizioni pedoclimatiche ha permesso di evidenziare le differenti caratteristiche organolettiche dei tre Single Vineyard. Le uve dell’Harmonium sono raccolte in epoche vendemmiali diverse perché hanno maturazioni differenti e sono vinificate separatamente per unirsi in un blend che ha fatto la storia di questa etichetta identitaria.
Per primo il paesaggio, morbido e sinuoso, e a ogni passo la storia di una tradizione millenaria, una tradizione di fatica e sudore, carica di passione contadina. Poi la vastità, la più grande tra le Tenute agricole di Firriato, e una complessità di condizioni pedoclimatiche che coesistono con un eccezionale eclettismo orografico. È questa ricchezza a rendere Borgo Guarini un areale unico: dei dodici ordini di terreno esistenti al mondo, di cui sette in Sicilia, ben tre – l’Entisuoli, l’Inceptisuoli e il Vertisuoli – sono presenti su questo nucleo d’alta collina che degrada verso il piano alluvionale di un torrente. Il Nero D’Avola, impiantato in tre zone diverse del Borgo, dà uno dei migliori frutti di questa bontà orografica che permette di avere più territori per un solo vitigno, un vino di una purezza assoluta che prende il nome di Harmonium, emblema del rinascimento enologico dell’isola.
Ogni annata dell’Harmonium racconta una storia che si identifica perfettamente con l’andamento climatico siciliano. Dalle caratteristiche dei suoli e dai differenti microclimi dei cru della Lepre, della Ferla e della Beccaccia nascono meravigliosi grappoli di Nero d’Avola che si identificano perfettamente con le diverse peculiarità del cru di origine. La vinificazione separata di queste uve determina, anno per anno, leggere variazioni nell’assemblaggio del blend. Sintesi perfetta dello stile Firriato.
Il Maria Costanza Rosso è l’espressione più intensa del “Saper Fare” della cantina Milazzo, che interpreta in maniera fantastica il vitigno siciliano per eccellenza il Nero d’Avola. La “Selezione Clonale Milazzo”: nel corso degli anni una virtuosa evoluzione ha accompagnato il lavoro di nostri agronomi ed enologi. Nella quota dei vigneti più antichi sono stati inseriti gli apporti di nuovi cloni posizionati in aree più ricche di sostanza organica e di struttura, con l’obiettivo di tenere conto della progressiva mutazione climatica dovuta al riscaldamento globale e continuare il lavoro di valorizzazione del particolare profilo aromatico che caratterizza da sempre il Maria Costanza. Il lavoro in cantina si caratterizza per un’accurata scelta delle tecniche di vinificazione: tempi di macerazione, fermentazione e affinamento. Con uno sguardo attento alla selezione dei legni e all’utilizzo di tecnologie innovative.
Ogni vino Milazzo è in qualche modo unico. Ad ognuno la sua contrada o area, per un racconto di sensazioni che richiama, in modo imprescindibile, alle caratteristiche di quel terreno e microclima, e solo a quelle. L’aspetto più interessante del modo di “fare vino” della famiglia Milazzo è rappresentato dal lavoro instancabile in vigna. Il miglioramento naturale dei vitigni è il frutto di un percorso di oltre cinquant’anni che continua ancora oggi. La ricerca della perfetta combinazione tra selezione dei cloni e biotipi, la scelta dei terreni in funzione delle caratteristiche del microclima in ogni contrada della tenuta.
Le uve utilizzate per questo Nero d’Avola Maria Costanza provengono da diverse Contrade: Giuseppina, Milici e Munti, situate nell’Agro di Campobello di Licata, in provincia di Agrigento, nell’entroterra siciliano. Qui a quote intorno ai 400 metri di altitudine si estendono i 75 ettari di vigneti di famiglia, dove le caratteristiche climatiche della collina e la morfologia del terreno si combinano con i benefici influssi di un clima tipicamente mediterraneo, con estati miti e inverni non rigidi; una costante e leggera brezza, che favorisce l’escursione termica giorno-notte e una buona areazione della pianta.
Un territorio caratterizzato da una particolare concentrazione di terreni morfologicamente vari: dalle argille scure integrate dalla sostanza organica a quelle bianche calcaree; le une dotate di una fertilità costante ed omogenea, le altre ideali per garantire ai vini profili aromatici ricchi e complessi. Questa condizione consente di poter ottenere, in un raggio di circa 5 kmq, uve ben differenziate tra loro ed adatte a comporre vini di particolare pregio.
Nero d’Avola Terre del Sommacco Mandrarossa
Da colline ammantate di vigne rigogliose, dove tra le mura degli antichi casolari cresce il sommacco dai fiori vermigli, nasce un Nero D’Avola unico per profumi, freschezza ed intensità. I vigneti per questo Nero d’Avola in purezza vengono allevati lungo la costa sud occidentale della Sicilia. I vigneti si estendono su colline esposte a sud-ovest con suoli calcarei ad un’altitudine di 310 mt slm.
Dopo la vinificazione, la maturazione avviene per 8 mesi in vasche di acciaio e cemento e poi 19 mesi in botti grandi. L’affinamento avviene in bottiglia per un minimo di 8 mesi. Ne risulta un Nero d’Avola fragrante e piacevolmente fruttato con note di ciliegia, mora e viola. Al palato è morbido, fruttato con tannini delicati e vivace freschezza. Si può abbinare a brasati, verdure in pastella oppure ad una parmigiana.
Nero d’Avola Abbinamenti gastronomici
Il Nero d’Avola e’ un vino dal profumo fruttato molto intenso e presenta anche una forte nuance speziata, quindi un bouquet di grande intensita’ e complessita’. Puo’ raggiungere il 15% Vol. di alcol, inoltre possiede dei tannini molto interessanti ed un corpo strutturato e di spessore. Tuttavia la sua qualità superiore lo rende armonico, elegante e fine. E’ consigliato stappare la sua bottiglia un’ora prima di essere servito, preferibilmente a 18°-20° gradi centigradi.
Il Nero d’Avola si accompagna con carni alla brace e con formaggi di buona stagionatura, in generale con piatti ricchi di sapore. Se affinato, sviluppa una trama tannica particolarmente raffinata ed elegante e diventa allora un magnifico rosso per l’abbinamento a piatti di carne elaborati ed intensi, piatti a base di funghi di bosco e nelle sue versioni più strutturate anche ad intensi piatti di selvaggina.
I tipi di portata in abbinamento per il Nero d’Avola:
formaggi stagionati, carni bollite o marinate, portate a base di carne arrosto o alla griglia, portate a base di carne in umido o in tegame.
Davide Scalora, curatore dell’Enoteca e del Blog Vini e dintorni di Sikanfood
Fonti utilizzate per questo articolo
Cantine
http://www.castellare.it/it/feudi-del-pisciotto
https://www.cristodicampobello.it
Cultura del vino