La Cantina Donnafugata alle pendici dell’Etna, Contrada Marchesa DOC 2017: Il cru dell’Etna, nobile espressione del Nerello Mascalese. Dal color rosso rubino chiaro, l’Etna Rosso Doc Contrada Marchesa presenta un fragrante bouquet dai sentori di piccoli frutti rossi, note speziate (cannella e pepe nero) e di sottobosco, seguiti da nuances balsamiche ed una delicata nota minerale. In bocca si distingue per il grande equilibrio caratterizzato da una buona freschezza e struttura. La fine tessitura tannica ne allunga la persistenza ed esalta l’eleganza di questo cru.
Zona di produzione: Sicilia orientale, versante settentrionale dell’Etna, a Castiglione di Sicilia in Contrada Marchesa, provincia di Catania.
Quando desideri: un’esperienza esclusiva e memorabile. Goderti sensazioni uniche nel tempo. Arricchire la tua collezione con vini inimitabili e longevi. Fare un regalo di prestigio.
L’Etna Rosso DOC “Contrada Marchesa” di Donnafugata, nobile interpretazione del Nerello Mascalese, nasce in una delle contrade più vocate dell’Etna ed è prodotto nel numero limitato di sole 6.500 bottiglie. Affinato per 14 mesi
in rovere francese e, poi, oltre un anno in bottiglia prima di essere commercializzato, è un Rosso dal bouquet elegante, di fine tessitura e di chiara longevità. Da provare.
Donnafugata nasce in Sicilia dall’iniziativa di una famiglia che, con passione, ha saputo innovare lo stile e la percezione del vino siciliano nel mondo.
Giacomo Rallo, quarta generazione di una famiglia con oltre 160 anni di esperienza nel vino di qualità, fonda Donnafugata nel 1983 insieme alla moglie Gabriella, pioniera della viticoltura in Sicilia.Oggi i figli José e Antonio guidano l’azienda e una squadra di persone orientata all’eccellenza.
Il nome Donnafugata fa riferimento al romanzo di Tomasi di Lampedusa il Gattopardo. Un nome che significa “donna in fuga” e si riferisce alla storia di una regina che trovò rifugio in quella parte della Sicilia dove oggi si trovano i vigneti aziendali. Una vicenda che ha ispirato il logo aziendale: l’immagine della testa di donna con i capelli al vento che campeggia su ogni bottiglia.
Donnafugata rappresenta nel mondo l’eccellenza artigianale e creativa del Made in Italy, un’azienda familiare in moto perpetuo, esempio di una Sicilia del vino autentica e sostenibile.
Donnafugata è fare sartoriale, concentrato su piccole produzioni di pregio da territori e vigneti unici, producendo, nel rispetto dell’ambiente, vini che convincono appassionati e collezionisti di tutto mondo.
Donnafugata è un mondo ricco di colori e di valori senza tempo. Etichette d’autore dal linguaggio fantastico e femminile identitario. Vini dallo stile unico, piacevoli ed eleganti, capaci di rendere felice chi li assaggia.
Etna custode di una viticultura millenaria: Il Cru di Contrada Machesa Donnafugata
Il termine cru, in enologia, indica un determinato vigneto, di una precisa e delimitata zona geografica, da cui si ricava un vino considerato di qualità superiore alla media e per questo particolarmente pregiato.
Il termine cru è stato riconosciuto ufficialmente in Francia solo nel XIX secolo, ma qui era già in uso moltissimi secoli prima, addirittura nel corso del ‘600. Furono alcuni monaci vignaioli della Borgogna ad introdurre questa parola per indicare i migliori appezzamenti che avevano a disposizione.
In altre parole, il termine cru veniva aggiunto a quello del vigneto, cresciuto in un certo appezzamento, considerato il migliore e in grado di conferire al vino caratteristiche uniche, diverse da quelle riscontrabili in altri vini prodotti a partire da vigneti coltivati anche in luoghi limitrofi.
La Denominazione Etna DOC, Contrada Marchesa Donnafugata
La denominazione Etna DOC italiano è basata sul territorio alle pendici dell’Etna, il vulcano attivo di 3330 metri che domina l’angolo nord-orientale della Sicilia. L’Etna DOC è stata la prima ad essere creata in Sicilia, nell’agosto del 1968, seguitoa nove mesi dopo da quella del vino più famoso della Sicilia, il Marsala. La tipologia più comune di vino dell’Etna è l’Etna Rosso DOC, di base, prodotto prevalentemente da uve del vitigno Nerello Mascalese con aggiunta fino al 20% di Nerello Cappuccio (noto anche come Nerello Mantellato).
La zona vinicola dell’Etna si sviluppa attorno al lato orientale del vulcano, dal comune di Randazzo a nord fino a Santa Maria di Licodia a sud. I terreni della zona partono dal livello del mare per arrivare a più di 1200 metri. I vigneti dell’Etna sono oggi tra i più alti d’Italia e anche del mondo, accanto solo a quelli dell’Alto Adige.
I produttori di vino dell’Etna stanno sperimentando i siti posti sulle pendici del vulcano posti ad altitudini il più elevate possibile, per valutare gli effetti sulla produzione dei terreni più neri e ricchi di lava. Queste coltivazioni estreme potrebbero rappresentare il futuro della viticoltura della zona, infatti i primi risultati di queste vigne sembrano essere promettenti e il prestigio di possedere vigne d’alta quota sta divenendo sempre più ambito.
Sulle pendici dell’Etna, guardando verso est, i vigneti sono inondati dalla luce riflessa dal mare e i coltivatori locali utilizzano molto questo effetto, simile a quanto accade in altre zone montuose che si affacciano sull’acqua, come sul lago di Ginevra e lungo la Mosella. La luce riflessa aiuta a maturare le uve in modo più completo, anche se la maturazione non è quasi mai un problema in Sicilia, con il suo sole caldo, luminoso e persistente.
I pendii più alti dell’Etna sono praticamente l’unico posto sull’isola dove le temperature scendono a valori a volte così bassi da causare preoccupazione per la maturazione delle uve. In realtà, lungi dal porre problemi, le temperature più fresche sono effettivamente utili e consentono un periodo di maturazione più frescoe più lungo. I vigneti terrazzati dell’Etna, con le viti allevate ad alberello, hanno contribuito alla crescente fortuna dei vini siciliani.
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Il Nerello Mascalese Contrada Marchesa 2017 Donnafugata è un vino importante ed è bene abbinarlo con un’accostamento gastronomico robusto e saporito. E’ bene quindi supportare la degustazione di questo vino in abbinamento con un primo condito da un sugo di carne importante, gustoso, saporito.
Di certo la cucina locale offre non poche possibilità di scelta; in alternativa, anche una carne alla griglia saprà sicuramente esaltarne il sapore.
In fase di aperitivo invece, perchè non abbinarlo a un formaggio stagionato o a pomodori secchi sott’olio e pane? Vedrete, ne rimarrete piacevolmente sorpresi.
Si consiglia di servirlo ad una temperatura di circa 16-18°.
Il vino Nerello Mascalese si abbina perfettamente a primi piatti a base di funghi, meglio se porcini, quindi con risotti, tagliatelle o ravioli, o con sughi a base di carne; è un vino perfetto anche per abbinare grigliate di carne mista, tra cui salsiccia di suino nero dei nebrodi, carne rossa o carne di cavallo.
Lo si può servire come vino per abbinamenti per l’aperitivo insieme a salumi, formaggi stagionati o dal sapore intenso. Si consiglia di servirlo ad una temperatura di circa 18 gradi in bicchieri ampi.
Formaggi e salumi sono i cibi che meglio si accompagnano ad un profumato bicchiere di vino rosso Contrada Marchesa Donnafugata.
Non è difficile assemblare un tagliere di salumi e formaggi, bisogna solamente curare un po’ la disposizione degli elementi. Possiamo scegliere salumi pregiati oppure i classici: prosciutto di Parma, prosciutto San Daniele, salame Milano, cacciatorino e così via.
In un tagliere che accompagna il vino rosso non devono mancare le scaglie di Parmigiano Reggiano. In aggiunta possiamo inserire altri tipi di formaggio a seconda delle esigenze.
Tagliatelle al ragù di salsiccia
Le tagliatelle al ragù di salsiccia sono un primo piatto molto gustoso e saporito, veloce e semplice, ma allo stesso tempo adatto anche alle tavole delle feste come alternativa al più lungo ed elaborato ragù classico.
Le tagliatelle al ragù di salsiccia sono ottime se preparate con le tagliatelle fatte in casa, dalla sfoglia ruvida e porosa, ma se non si ha tempo di prepararle scegliere un’ottima pasta secca, di qualità, capace di trattenere il sugo ed esaltarne il sapore, come la Pasta di Gragnano, presente nell’assortimento Sikanfood.
Tagliatelle funghi e pomodorini
Le tagliatelle funghi e pomodorini sono un primo piatto estremamente semplice da preparare, ideale per chi ha poco tempo da dedicare ai fornelli ma non vuole per questo rinunciare a dei piatti sfiziosi e particolari, ricchi di sapore e belli da portare a tavola.
I colori allegri e vivaci ed il sapore semplice e genuino degli ingredienti rendono questo primo piatto davvero perfetto per tantissime occasioni, che vanno da un semplice pranzo in famiglia fino ad arrivare anche a pranzo della domenica. Consigliamo la Pasta di Gragnano ed i nostri Pomodorini secchi siciliani.
Con i secondi piatti della cucina siciliana si potrebbe scrivere una enciclopedia intera. Alcuni di loro sono oramai entrati a pieno titolo nel mito. Basti pensare a ricette come le sarde a beccafico, oppure agli involtini alla palermitana o agli involtini di melanzane.Tantissimi secondi per tutti i gusti dai più semplici ai più ricchi, a volte di facile e veloce realizzazione altre complessi ed elaborati. Secondi di carne, di pesce, di pollo o anche soltanto vegetariani. Provate ad insaporire le vostre pietanze con i condimenti suggeriti da Sikanfood.
Grigliate di carne alla siciliana
Salmoriglio siciliano per la carne grigliata. Il Salmoriglio, in Siciliano e in Calabrese “Sammurigghiu” o “Salamarigghiu”, è una salsa tipica della cucina Siciliana, ma utilizzata anche nella vicina Calabria. Un’emulsione a base di olio di oliva e aromi, che si utilizza per insaporire carne, pesce o verdure alla griglia. Una preparazione semplice e antica, che non può mancare nei vostri barbeque. Questa è la ricetta della nonna Siciliana, ricordo come se fosse ieri, il profumo della carne cotta sul fuoco, durante le nostre scampagnate fuori porta. In Famiglia lo utilizziamo per insaporire la carne arrostita, ma anche per il condire il pesce spada o i pesci grigliati in generale. In questo caso, aggiungiamo al tradizionale Salmoriglio, anche del succo di limone e del prezzemolo.
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Paesaggi aspri, in un lembo di terra battuto dagli elementi nel cuore del Mediterraneo, teatro di una vitivinicoltura audace che dona vini autentici ed espressivi.
Fiera, altera, imprevedibile e scostante. L’irruenza della natura ha plasmato sull’Etna un paesaggio dal volto aspro, segnato da solchi cavernosi e rilievi rugosi, arcano teatro di scontro tra elementi della natura. Lava infuocata, trasformata dall’aria in dura pietra, che sprofonda fin negli abissi di un mare cobalto.
Cielo turchese smaltato, smerigliato dal vento incessante. Sole violento che trapassa l’atmosfera tersa dell’altitudine con fare insolente. Nuvole veloci che accarezzano curiose la solitaria vetta della montagna. Terra che non ama compromessi e non può lasciare indifferenti. Colori netti, densi e compatti.
Non c’è spazio per frivole sfumature, qui dominano il nero cupo e ruvido dalla lava, il verde dei pini e dei castagni, l’argento fluttuante degli ulivi scossi dal vento. Terra minacciosa, compressa e poi esplosa dal mare al cielo.
Un vulcano sul margine di un’isola, al centro del Mediterraneo, cuore nero della sua affabulante storia, di miti e di leggende.
È qui che vecchie viti sinuose e contorte, lignee sculture viventi, affondano le profonde radici tra sabbie e pietre, alla disperata ricerca di una precaria sopravvivenza.
Le più belle vigne dell’Etna hanno il fascino di un armonioso disordine, della casualità spontanea della natura, che ribelle, vince ogni tentativo di domesticazione. Ogni pianta ha la sua forma e la sua storia, unica e straordinaria.
Terrazzamenti di pietra lavica che assecondano, pigri e intermittenti, l’irregolare profilo della montagna, filari disallineati, cactus e ulivi che interrompono la vigna, rivendicando il diritto ancestrale di abitare quel luogo. Siamo lontani dalla lineare geometria, algida e asettica, dei nuovi impianti a spalliera.
Anzi, quando s’incontrano vigne siffatte sul vulcano, quasi non ci si crede. È questo il fascino magnetico e tenebroso del vulcano, di quel cono nero di lava che lo sguardo non può evitare. Sempre presente all’orizzonte, monolite cangiante alla luce del sole.
Davide Scalora, Sikanfood