Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. Uve di Nerello Mascalese dell’Etna
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. Il Nerello Mascalese è il secondo vitigno più coltivato in Sicilia. Derivante dai territori etnei, molte cantine lo coltivano anche in diverse parti dell’isola. I vini ottenuti hanno caratteristiche fini ed eleganti di morbidezza e bevibilità.
E’ un vino gentile e fragrante, leggero e affascinante. In pratica può accompagnare ogni tipo di portata in maniera amichevole e riguardosa. Le sue versioni in purezza accompagnano a tutto pasto banchetti formali o fra familiari.
Può essere un ottimo amico fra amici per una grigliata informale. Le sue versioni Rosato sono adatte ad un’apericena fra amici, o per un dolce a fine pasto. Da non dimenticare le versioni Bianco per un banchetto a base di sapori di mare o lo Spumante per chiudere in bellezza un pasto conviviale.
Il Nerello Mascalese, da ricordare, è uno dei vini siciliani che ha conquistato i palati ed i cuori di molti Wine Lovers, addetti ai lavori e non. Impossibile resistere al suo fascino etneo.
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. I vitigni etnei, trai quali il più importante è il Nerello Mascalese, sono detti a “piede franco” in quanto sono sopravvissuti all’epidemia della Fillossera diffusasi nella seconda metà dell’800. Alcuni vitigni autoctoni dell’Etna, addirittura, vengono catalogati come “reliqie”, retaggio di un’antica arte di coltivazione dell’uva nei terrazzamenti etnei.
La Fillossera, un insetto nocivo alla vite, si diffuse in tutta Europa a partire dal 1863 mettendo a serio rischio di estinzione la coltivazione della vite. Tuttavia sembrava che tale insetto non prediliggesse come habitat favorevole terreni sabbiosi, calcarei, rocciosi e di altitudini elevate. Per queste ragioni le vigne dell’Etna furono risparmiate dalla nefasta pestilenza che devastò le colture dell’Europa del XIX secolo.
I coltivatori europei trovarono però un metodo per difendere le loro colture, si accorsero che i vitigni americani non venivano infettati dall’insetto e cominciarono ad innestare le loro viti su piedi di viti americani.
La viticoltura europea da allora è rinata ma purtroppo è andata perduta per sempre la coltura e la cultura vitivinicola del Medioevo e del Secolo dei Lumi europea.
Le vigne etnee di Nerello Mascalese hanno resistito all’epidemia della Fillossera a motivo della conformazione dei suoli e all’elevata altitudine in cui venivano coltivate, condizioni sfavorevoli all’attecchimento del nefasto insetto. Nell’ultimo trentennio il Nerello Mascalese si è particolarmente diffuso, tanto da diventare il vitigno a bacca nera più coltivato in Sicilia dopo il Nero d’Avola.
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. La DOC Etnea
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. La denominazione Etna DOC italiano è basata sul territorio alle pendici dell’Etna, il vulcano attivo di 3330 metri che domina l’angolo nord-orientale della Sicilia. L’Etna DOC è stata la prima ad essere creata in Sicilia, nell’agosto del 1968. La tipologia più comune di vino dell’Etna è l’Etna Rosso DOC, di base, prodotto prevalentemente da uve del vitigno Nerello Mascalese con aggiunta fino al 20% di Nerello Cappuccio.
La zona vinicola dell’Etna si sviluppa attorno al lato Nord-orientale del vulcano. I terreni della zona partono dal livello del mare per arrivare a più di 1200 metri. I vigneti dell’Etna sono oggi tra i più alti d’Italia e anche del mondo, accanto solo a quelli dell’Alto Adige.
I produttori di vino dell’Etna stanno sperimentando i siti sulle pendici del vulcano posti ad altitudini il più elevate possibile, per valutare gli effetti sulla produzione dei terreni più neri e ricchi di lava. Queste coltivazioni estreme potrebbero rappresentare il futuro della viticoltura della zona, infatti i primi risultati di queste vigne sembrano essere promettenti e il prestigio di possedere vigne d’alta quota sta divenendo sempre più ambito.
I vigneti terrazzati dell’Etna, con le viti allevate ad alberello, hanno contribuito alla crescente fortuna dei vini siciliani.
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. Antico Vitigno a Piede Franco di Nerello Mascalese
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. Il Nerello Mascalese è un vitigno a bacca nera che cresce prevalentemente sull’Etna. Il Nerello Mascalese concorre per l’80-100% all’uvaggio del vino Etna rosso DOC. Il Nerello Mascalese viene coltivato prevalentemente fra i 350 e i 1000 s.l.m., nella forma tradizionale ad alberello, anche se la forma di allevamento più attuale è il cordone speronato. Il nome Nerello è legato al colore intenso delle sue uve, mentre “mascalese” deriva dal fatto che da secoli viene coltivato nella Contea di Mascali su dei terreni costituiti per la gran parte da sabbie vulcaniche.
Nella zona etnea tra Mascali e Randazzo si possono ancora trovare antichissime vigne ad alberello di Nerello Mascalese, aggrappate alla montagna su terrazze nere di pietra lavica, senza un sesto d’impianto geometrico delle viti.
Questo avveniva perché sull’Etna in passato era molto diffusa la pratica di allevamento della vite per propaggine, che consisteva nell’interrare un tralcio della vite per ottenere la moltiplicazione per propagazione della pianta.
Questo metodo antico ci permette di ammirare ancora oggi in questi vigneti una cospicua presenza di viti a piede franco, sopravvissuti alla Fillossera, e per questo motivo portatori di virtù vitivinicole di antica stirpe.
I vini prodotti con questo vitigno hanno gradazione alcolica elevata (13-14°) e hanno una particolare predisposizione all’invecchiamento. I vini ottenuti dalla vinificazione del Nerello Mascalese hanno una grande variabilità di caratteristiche organolettiche a seconda della zona di coltivazione. Il Nerello Mascalese, infatti, come anche il Nebbiolo e il Pinot nero, ha una notevole sensibilità all’annata e al territorio di provenienza.
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. Paesaggi Mascalesi dell’Etna
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. L’area etnea dove insiste il Nerello Mascalese si snoda dal versante settentrionale verso quello orientale. Paesaggi aspri, in un lembo di terra battuto dagli elementi nel cuore del Mediterraneo, teatro di una vitivinicoltura coraggiosa che regala vini autentici ed espressivi.
L’Etna è un territorio dal fascino arcaico. Possiede l’unicità di un microclima che fonde il sensuale calore del mediterraneo, con il freddo della montagna. Unicità in parte dovuta al profondo terreno ricco di cenere, sali minerali e sabbia del vulcano attivo più alto d’Europa, e din parte anche al clima, caratterizzato da una forte escursione termica tra il giorno e la notte, portatrice d’intensi aromi.
L’equazione perfetta per ottenere un grande vino da un vitigno come il Nerello Mascalese è data dunque dal delicato equilibrio tra la natura e l’uomo, che è parte integrante di essa e osservatore dei fenomeni qualitativi, e dall’evoluzione delle tecniche di vinificazione, finalmente libere dall’ossessione per la quantità. Il Nerello Mascalese viene quindi consacrato definitivamente nel panorama vinicolo internazionale come vitigno autoctono e, in alcuni casi, estremo dell’Etna.
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. Il Consorzio Etna DOC
Per i vini dell’Etna è boom di produzione e anche di nuove cantine. Il giovane Consorzio si trova, oggi, a gestire un successo ormai esploso, anche a livello internazionale.
Nell’area di pochi chilometri quadrati sono concentrate un elevato tasso di firme stellari, da Firriato a Planeta, da Passopisciaro a Tasca d’Almerita, da Al-Cantàra a Donnafugata e Duca di Salaparuta, solo per citarne alcune, che stanno dando, insieme alle tante griffe situate negli altri versanti della denominazione, un contributo essenziale alla reputazione dei vini etnei.
Antonio Benanti dell’omonima azienda di Viagrande, e neo presidente del Consorzio di tutela dei vini dell’Etna, delinea così l’odierna carta d’identità dell’area “Attualmente abbiamo 124 cantine associate ma siamo destinati a crescere ancora. (Secondo il prof. Sebastiano Torcivia dell’Università di Palermo che da anni cura l’osservatorio delle aziende vitivinicole siciliane, sarebbero 210 le aziende presenti sul territorio etneo. ndr).
Complessivamente abbiamo raggiunto i 950 ettari di vigneto dei quali una parte entrerà in produzione nel 2019/2020 e per ora, quasi 3,6 milioni di bottiglie. Stimiamo, però, che nei prossimi anni sarà possibile arrivare sino a 1200/1300 ettari vitati. Stiamo vivendo un bel momento, perché la Doc Etna riesce ad esprimere solo vini di alto livello, mentre sta sempre più aumentando il numero degli opinion leader che raccontano il nostro vino”.
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. Tipici Terrazzamenti Etnei
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. Le pendici nord orientali del vulcano godono di un clima unico rispetto al resto della Sicilia. I vigneti sono coltivati tra i 400 e i 1.000 metri sul livello del mare, alcuni ancora a piede franco. Le escursioni termiche tra il giorno e la notte, possono raggiungere in estate anche i 30°, favorendo lo sviluppo del profilo aromatico dell’uva.
La brezza del mare lambisce il vulcano e ne mitiga le temperature. I terreni, frutto del susseguirsi millenario di eruzioni, presentano una forte componente minerale, che differisce da un luogo all’altro per la composizione chimica dei basalti.
La zona dell’Etna ha avuto il suo massimo sviluppo durante il periodo della Fillossera, quando ci si accorse che il terreno sabbioso e lavico non consentiva la sopravvivenza dell’insetto che stava distruggendo la vite europea.
Le pendici del vulcano si trasformarono in poco tempo in uno dei più grandi vigneti d’Europa. Sconfitta la fillossera l’Etna è tornata nell’anonimato e solo negli ultimi decenni, grazie ad alcuni produttori lungimiranti, i vini del vulcano e in particolare le uve autoctone come il Nerello Mascalese, sono stati riscoperti.
E’ iniziato così un processo di recupero delle storiche vigne ad alberello, un sistema di coltivazione utilizzato dagli antichi Greci, che consente alle viti di crescere riparate dal vento e di conservare l’umidità alla base della pianta. I sesti d’impianto molto densi e le rese bassissime contribuiscono a generare vini di grande eleganza e classe.
Etna: sciare nere di rocce e sabbie basaltiche, antichi terrazzamenti tra il cratere del vulcano e il mare. In questo paesaggio bellissimo e unico al mondo, tra ginestre e lava, troviamo un antico vitigno rosso autoctono, che solo di recente è stato valorizzato come merita: il Nerello Mascalese. Coltivato alle falde dell’Etna da tempi immemorabili, è originario della piana di Mascali, da cui deriva il suo nome.
Nerello Mascalese, nobili virtù, qualità straordinarie e caratteristiche inimitabili
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. Rosso rubino scarico tendente al granato, acidità, tannini eleganti e una mineralità che sorregge un corredo aromatico delicato. Sono l’eredità di un territorio unico, quello delle pendici dell’Etna, culla di questo vitigno autoctono che sta vivendo un momento di riscoperta e valorizzazione. E’ il Nerello Mascalese.
Il Nerello Mascalese è un vitigno a maturazione tardiva, la vendemmia avviene, infatti, a metà ottobre. Per ottenere vini di qualità è necessario un accurato lavoro di selezione in vigna, in modo da lasciare pochi grappoli per pianta. Il vino si presenta di un rosso rubino, con tendenza al granato, abbastanza trasparente, per la presenza di una quantità modesta di polifenoli. Gli aromi sono fini, prevalgono i sentori di frutta a bacca rossa con un’interessante nota speziata.
Il tutto sorretto da una vivace acidità, tannini eleganti e una spiccata mineralità, figlia del terroir vulcanico. Per queste sue caratteristiche è spesso avvicinato ai Pinot Noir della Borgogna. Un accostamento azzardato ma certamente prestigioso, dovuto proprio al fatto che i due vini, pur diversi tra di loro, eccellono per finezza, eleganza e non, come molti altri vini rossi, per struttura e potenza.
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. La Magica Avventura delle Cantine Siciliane sull’Etna
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. Dopo un periodo in cui i vitigni etnei furono adoperati, in tempo di Fillossera, per creare i vini padani e d’oltrAlpe e dopo che le viti europee furono innestate su ceppi americani per resistere alla Fillossera, l’Etna ed i suoi vitigni furono dimenticati.
Solo adesso, da alcuni decenni, l’Etna, i suoi territori e i suoi vigneti, sono stati riscoperti dagli enologi e dagli agronomi delle più intraprendenti Cantine siciliane. L’Etna non poteva essere dimenticata per sempre, non può passare inosservata, il fiuto e l’intuizione di chi fa vino con passione e dedizione non può che guardare alla “Muntagna” se non con rispetto riverenziale e sapiente curiosità, quasi come una vocazione, come se il vulcano ti attraesse in modo fascinoso.
In passato, il Nerello Mascalese veniva spesso tagliato con altre uve locali. Ora molti vigneron preferiscono vinificare in purezza il vitigno, proprio per esaltarne le sue indiscusse qualità. Il Nerello Mascalese è presente in diverse Doc siciliane: Faro, contea di Sclafani, Alcamo, Riesi, Marsala, Sicilia. Ma è il terroir unico del vulcano a firmare le sue versioni più prestigiose, sotto la denominazione Etna Doc. Tra i principali produttori ricordiamo: Passopisciaro, Tasca d’Almerita, Al-Cantàra, Donnafugata, Firriato, Duca di Salaparuta, Cusumano e molti altri.
Il Nerello Mascalese Etna DOC Tascante
La storia Dei Conti Tasca e quella della “Muntagna” si sono incontrate nel 2007, quando nasce il Progetto Tascante -Tasca ed Etna-, che è innanzitutto la sintesi esatta di un’idea di vigneto sul vulcano più alto d’Europa, l’Etna. Una forza della natura nel suo stato primordiale. Nel tempo i Tasca hanno acquisito dei terreni in delle Contrade alle pendici settentrionali dell’Etna, creando quelli che loro chiamano “Vini di Contrada”, i quali prendono il nome del progetto Tasca-Etna: “Tascante”.
Con il loro lavoro in vigna e in cantina, dopo varie sperimentazioni e ricerche, hanno potuto comprendere come i vitigni etnei, e il Nerello Mascalese in primis, interagiscano con i suoli vulcanici in modo quasi magico, esprimendo la forza del territorio in maniera distintiva e inconfondibile. Abbiamo già trattato del Progetto Tascante e dei suoi vini, vi rimandiamo al nostro articolo su questo tema.
Il Nerello Mascalese Etna DOC Al-Cantàra
L’azienda prende il nome dal fiume che, sulle pendici dell’Etna, lambisce la contrada Feudo S. Anastasia a Randazzo, presso la quale si trovano i terreni e la cantina. L’azienda, di circa 20 ettari, produce vini Etna DOC ed Sicilia IGP ottenuti solo con le uve raccolte nei propri terreni, privilegiando i vitigni autoctoni (Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Carricante), ma non tralasciando la ricerca e la sperimentazione (Pinot Nero e Cabernet Sauvignon). Il suolo vulcanico dell’Etna, ricco in minerali, dona a questi vini sapori e aromi assolutamente unici.
Il Nerello Mascalese Etna DOC Donnafugata
Con le sue eruzioni, l’Etna produce le sciare, accumuli di lava, che attraverso lunghi processi fisico-chimici danno vita ai suoli sabbiosi, e quindi coltivabili, delle pendici del vulcano. In particolare ogni colata lavica, avvenuta in epoche storiche diverse, determina una specifica composizione dei terreni: questa è l’impronta che rende unico il vino di un micro-territorio.
In particolare la colata lavica di Montelaguardia, dove viene prodotto il Cru Fragore, risale al 1614-1624. Sull’Etna Donnafugata può contare su circa 18 ettari di vigneti in produzione, tutti in zona Etna Doc.
Le vigne sono sul versante nord del vulcano, in 6 diverse contrade: a Randazzo, a quota 750 m.s.l. in contrada Montelaguardia, Statella, Camporè e Calderara, e a Castiglione di Sicilia in contrada Marchesa e Verzella a circa 730 m.s.l.m.
Le uve vengono vinificate nella cantina dell’azienda in contrada Statella, a Randazzo.
Il Nerello Mascalese Etna DOC Passopisciaro
Passopisciaro ha 26 ettari di vigna sparsa per tutto il lato nord del vulcano. Qui la viticoltura e la produzione di vino hanno origini antichissime, con le prime testimonianze scritte risalenti al III secolo A.C. Questa lunga tradizione di viticoltura di qualità permette di lavorare con viti molto vecchie, alcune di oltre 130 anni di età e in alcuni casi con piede franco, in quanto la filossera non sopravvive nei suoli vulcanici.
La Cantina Passopisciaro Lavora con il Nerello Mascalese, un uva autoctona che produce vini delicati non molto dissimili dal Pinot Nero e dal Nebbiolo. Produce sei vini diversi da Nerello Mascalese in purezza. ognuno riflette le specificità del proprio terroir, ovvero la diversa composizione minerale della propria colata lavica e il microclima legato alla quota e all’esposizione del vigneto.
Il Nerello Mascalese Etna DOC Duca di Salaparuta
Duca di Salaparuta alle pendici dell’Etna, in un territorio complesso, a cui il terreno di origine vulcanica conferisce caratteristiche uniche, Duca di Salaparuta ha scelto la Tenuta di Vajasindi, in frazione Passopisciaro, nel comune di Castiglione di Sicilia.
La Tenuta è composta da 11 ettari di terreno suddivisi in due terrazzamenti, il primo a circa 700 metri sul livello del mare e il secondo a 620 metri di altitudine. Qui Duca di Salaparuta ha deciso di sperimentare le difficoltà dell’agricoltura di montagna, privilegiando la maggior salubrità dei terreni alla semplicità, con l’obiettivo di ridurre al minimo gli interventi in vigna.
La posizione della Tenuta, nell’area nord del Vulcano, determina un microclima unico che la rende una zona particolarmente vocata per la coltivazione dei vitigni a bacca rossa. I vigneti sono terrazzati, la terra è di colore bruno scuro e si presenta soffice e porosa per la presenza di una grande quantità di scheletro di pomice di piccole dimensioni, con una capacità drenante elevata.
La scelta di questi territori è stata fatta dai tecnici Duca di Salaparuta tenendo conto dei cambiamenti climatici in atto e di fattori rilevanti come un’ottima ventilazione, un’adeguata capacità di drenaggio dell’acqua e una buona escursione termica. Tutti elementi che, unitamente alla composizione particolare della terra, hanno permesso di allevare un vitigno autoctono come il Nerello Mascalese.
Il Nerello Mascalese Etna DOC Firriato
Il terroir è l’intima vocazione di una terra a un particolare tipo di viticoltura. In Sicilia assume i colori di una giostra caleidoscopica: anche a distanza di pochi chilometri, la stessa uva assume caratteristiche irripetibili.
Viticoltura di Montagna: la sfida della viticoltura di montagna ha permesso di scoprire l’eccezionale valore enologico e produttivo dell’Etna, dove la vite, sui suoli giovani dell’ultima colata lavica ha trovato la dimora ideale per produrre uve di straordinaria unicità.
Una viticoltura di alta montagna immersa in piena fascia solare. Un mix di condizioni così particolare che fa della viticoltura dell’Etna un laboratorio naturale al servizio dell’eccellenza.
Su un totale di 84 ettari spalmati sui versanti del quadrante nord del vulcano, con vigneti esposti su ampi terrazzamenti ma anche sui fianchi di antiche sciare di lava, Firriato ha sviluppato un progetto di recupero e di valorizzazione unico in tutto il territorio dell’Etna.
Un vigneto prefillossera, un antico casale con due palmenti seicenteschi, e vigneti che salgono le pendici su altezze variabili, dai 650 sino a oltre i 950 metri sul livello del mare.
I terreni, all’ordine degli andisuoli con una concentrazione di silicio superiore al 60%, sono eccezionalmente porosi, e le rocce basaltiche del substrato pedologico garantiscono, col cosiddetto effetto spugna, un costante rifornimento d’acqua alle piante.
Qui, grazie anche alle importanti escursioni termiche tra giorno e notte e all’umidità, il grande valore enologico del vulcano sprigiona tutta la sua silenziosa energia, che si manifesta nei suoi figli prediletti: il Nerello Mascalese in primis, con il quale viene creato il prefillossera e simbolo del Vulcano Signum Aetnae Etna DOC Riserva, prodotto con uve Nerello Mascalese e uve derivanti da Vitigni “reliquia” etnei.
Il Nerello Mascalese Etna DOC Cusumano
Il più grande vulcano d’Europa, simbolo di una natura emozionante e di una viticoltura antica e ostinata, è il luogo che i fratelli Diego e Alberto Cusumano hanno scelto con il papà Francesco per la loro nuova ed appassionante sfida: creare vini che sappiano esprimere la qualità e il carattere di un territorio unico.
Dopo anni di ricerche sul territorio, ad aprile del 2013 si presenta l’irripetibile opportunità di acquisire le prime tre contrade sul versante nord dell’Etna. Un progetto in continuo divenire, iniziato dalla ricostruzione dei tradizionali muretti a secco delle terrazze di Guardiola, contrada che per la sua stupefacente bellezza incarna la motivazione e l’ispirazione che hanno dato il nome all’intero progetto: Alta Mora.
Dalla raccolta manuale in cassette si arriva tramite nastri trasportatori ad una diraspatrice per vibrazione. Gli acini, come se si staccassero a mano, cadono interi in un pigiatore soffice a rulli.
Dopo la vinificazione senza lieviti selezionati e senza organi meccanici in movimento, le vinacce vengono svinate a mano e trasportate senza uso di pompe nei torchi: le bucce dell’uva non devono mai essere maltrattate. La fermentazione malolattica e l’affinamento avvengono in una cantina termoregolata dalla roccia lavica, al riparo dalla luce, dagli sbalzi termici e con la necessaria umidità.
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC possono essere trovati nella nostra Enoteca Sikanfood anche vinificati in Bianco oppure in Rosato. C’è anche una versione Di Nerello Mascalese Spumante Metodo Classico ed un Passito di Nerello Mascalese.
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. Delicati Vitigni di Nerello Cappuccio dell’Etna
Il Nerello Mascalese si può trovare anche in Blend con il Nerello Cappuccio, suo fedele compagno etneo, anch’esso autoctono dell’Etna. I viticoltori più intrepidi e coraggiosi hanno deciso di riprendere a coltivarlo nelle antiche zone collocate tra i 350 e i 900 metri sul livello del mare del versante orientale del vulcano Etna, dove il più noto e amato compagno, il Nerello Mascalese, sta conoscendo una seconda giovinezza nell’Etna Rosso D.O.C., nella cui costituzione il Nerello Cappuccio rientra per il 20%.
Si tratta di un vitigno principe dell’Etna, che presenta interessanti differenze dal Nerello Mascalese, sia da un punto di vista polifenolico che da un punto di vista aromatico.
A causa dell’alto indice di antociani totali e del basso livello di proantocianidine, il Nerello Cappuccio permette di ottenere vini con splendida colorazione, ma non adatti a invecchiamento “estremo”, l’esatto opposto caratterizza i vini ottenuti con il Nerello Mascalese.
Per quanto riguarda l’aroma nel Nerello Cappuccio troviamo note più delicate e sinuose come l’estratto di legno e scintille di vaniglia, che impreziosiscono anche al palato l’Etna Rosso D.O.C. e sono chiaramente percepibili se degustate in purezza.
Offre sentori di tipo fruttato, prevalentemente di frutta conservata, come la ciliegia, mentre nel suo bouquet gli aromi floreali saranno percettibili sono in modo molto delicato, quasi evanescente.
Il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio, che per tanto tempo sono stati confusi tra loro, sono in realtà vitigni complementari, così come testimonia il perfetto mix di entrambi i vitigni nelle percentuali previste dal disciplinare D.P.R. 11/8/1968 di produzione dei vini rossi D.O.C. dell’Etna.
Il Nerello Cappuccio con la sua percentuale del 20%, coltivato alle falde del vulcano Etna, ci dona dei vini rossi superbi, con caratteristiche di forte tipicità. Se si aggiunge la restante percentuale di Nerello Mascalese, siamo di fronte ad eccellenti esempi particolarmente adatti all’invecchiamento.
Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC, Abbinamenti Gastronomici
I migliori abbinamenti del Nerello Mascalese in purezza o in Blend si rifanno alla ricca e saporita gastronomia sicula. Consigliamo di abbinarlo alla caponata, alla parmigiana di melanzane, cous cous di pesce, cartocciate catanesi, maccheroncini alla trapanese, pasta alla norma, caserecce allo spada alla mediterranea, arancini o pasta con le sarde. Si comporta divinamente anche con piatti di carne, come filetti di carne rossa, tagliate di manzo con pistacchio o salsicce grigliate.
Il Nerello Mascalese è perfetto per abbinamenti con i primi piatti quali risotti e a base di pasta ripiena e fatta in casa: perfetto l’abbinamento ad esempio con condimenti quali sughi di carne, funghi porcini e pasta alla norma. Ideale anche in abbinamento con i secondi di carne mista ma anche di pesce se servito a temperature più fresche: da provare con il cous cous di pesce o con il guazzetto di gamberi di Sicilia.
Il vino Nerello Mascalese si abbina perfettamente a primi piatti a base di funghi, meglio se porcini, quindi con risotti, tagliatelle o ravioli, o con sughi a base di carne; è un vino perfetto anche per abbinare grigliate di carne mista, tra cui salsiccia di suino nero dei nebrodi, carne rossa o carne di cavallo. Lo si può servire come vino per abbinamenti per l’aperitivo insieme a salumi, formaggi stagionati o dal sapore intenso.
Il Nerello Mascalese, in purezza od in Blend, dal punto di vista alcolico, è un vino discretamente importante, si aggira attorno ai dodici gradi e mezzo ed è bene abbinarlo con un’accostamento gastronomico robusto e saporito. E’ bene quindi supportare la degustazione di questo vino in abbinamento con un primo condito da un sugo di carne importante, gustoso, saporito.
Di certo la cucina locale offre non poche possibilità di scelta; in alternativa, anche una carne alla griglia saprà sicuramente esaltarne il sapore. In fase di aperitivo invece, perchè non abbinarlo a un formaggio stagionato o a pomodori secchi sott’olio e pane? Vedrete, ne rimarrete piacevolmente sorpresi. Si consiglia di servirlo ad una temperatura di circa 16-18°.
Si abbina molto bene a primi come il risotto ai funghi, a dei secondi a base di carni rosse, salsiccia di suino nero e a dei formaggi stagionati. Va servito in bicchieri ampi a una temperatura di circa 16-18°C.
A tavola si serve a una temperatura di circa 17°, in abbinamento a primi piatti con sughi di carne, risotto ai funghi porcini, e secondi quali salsicce, carni rosse, polpette, grigliate, carne di cavallo alla brace e formaggi stagionati.
Per gli abbinamenti consiglieremo il Nerello Mascalese con una pasta alla norma condita con tanto basilico ed obbligo di ricotta salata grattugiata, con polpette di manzo fritte e mangiate calde calde, con una frittata fredda di cipolla stufata, con un formaggio di capra argentata dell’Etna.
Il maialino nero dei Nebrodi è forse la carne siciliana più celebre. La sua costata è un taglio estremamente pregiato, delicato e speziato allo stesso tempo, e che si presta a diventare la portata centrale dei pranzi o delle cene più autenticamente a tema Sicilia.
Le Cantine che vinificano il Nerello Mascalese sull’Etna, vantando una varietà unica nella distribuzione territoriale delle proprie tenute, hanno realizzato un vino corposo e seducente, figlio di quell’energia irripetibile che il vulcano trasmette a ciò che cresce sulla sua terra: il blend di Nerello Cappuccio e Nerello Mascalese, compagno sincero ed entusiasta del maialino nero.
Perfetto da bere con Pasta sugo di carne. Carne arrosto-grigliata. Carne rossa in umido. Risotto con sugo di carne.
Nel nostro Store Sikanfood, alla voce Conserve, potrete trovare tutto un vasto assortimento di Conserve da accompagnare al Nerello Mascalese. Si dice “Simile con simile”, infatti le nostre Conserve hanno un che di simile con il territorio, il clima ed il lavoro di uomini e donne, che con dedizione preparano sia vini che Conserve, che siano di mare o di terra, saranno ottime per accompagnare i vini rossi prodotti con uvaggi Etnei come il Nerello Mascalese od il Nerello Cappuccio.
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Il Nerello Mascalese ed i suoi Vini Rossi Etna DOC. Siamo orgogliosi qui a Sikanfood di ospitare nella nostra Enoteca online i vini rossi Nerello Mascalese dell’Etna. Ogni Maison ne dà una propria ed originale versione, sempre attente alle peculiarità del vitigno. Sui terrazzamenti dell’Etna molte cantine, rinomate e non, vinificano con passione e riverenza questo antico vitigno siciliano, regalando vini di indescrivibile finezza ed eleganza.
Riscoperto da alcuni decenni, molti esperti enologi e agronomi professionisti hanno accettato la sfida di confrontarsi con questo nobile uvaggio, ammaliati dalle sue caratteristiche che esprimono in maniera affascinante il carattere dei territori etnei. Siamo più che certi di trovare il plauso di molti ospiti che troveranno in questi vini gusti e profumi indimenticabili, per la soddisfazione della loro convivialità. Salute!
Davide Scalora, Sikanfood