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Etna Rosso DOC Nerello Mascalese “Qubba” Monteleone 2018. Rosso rubino chiaro tendente al granato, acidità, tannini eleganti e una mineralità che sorregge un corredo aromatico delicato. Sono l’eredità di un territorio unico, quello delle pendici dell’Etna, culla di questo vitigno autoctono che sta vivendo un momento di riscoperta e valorizzazione. E’ il Nerello Mascalese.
Per ottenere vini di qualità è necessario un accurato lavoro di selezione in vigna, in modo da lasciare pochi grappoli per pianta. Il vino si presenta di un rosso rubino, con tendenza al granato, abbastanza trasparente, per la presenza di una quantità modesta di polifenoli. Gli aromi sono fini, prevalgono i sentori di frutta a bacca rossa con un’interessante nota speziata.
Il tutto sorretto da una vivace acidità, tannini eleganti e una spiccata mineralità, figlia del terroir vulcanico. Per queste sue caratteristiche è spesso avvicinato ai Pinot Noir della Borgogna. Un accostamento azzardato ma certamente prestigioso, dovuto proprio al fatto che i due vini, pur diversi tra di loro, eccellono per finezza, eleganza e non, come molti altri vini rossi, per struttura e potenza.
Suolo: vulcanico, con media presenza di scheletro, prevalentemente sabbioso: 500 metri s.l.m. Anno d’impianto: 1935. Sistema d’allevamento: alberello etneo. Varietà: Nerello Mascalese .
Resa: 40 q.li/ettaro. Vendemmia: raccolta manuale nelle prime ore del mattino e conferimento in cantina con piccole cassette da 10 kg. Fermentazione: dopo la diraspatura, le uve fermentano in piccoli mastelli con lieviti selezionati senza controllo della temperatura. Durante la macerazione, di 10-12 giorni, vengono effettuate rotture del cappello giornaliere tramite follature manuali. Dopo la svinatura, la fermentazione malolattica si svolge in tonneaux di rovere francese da 700 lt con batteri indigeni. Affinamento: per 12 mesi in tonneaux di rovere francese da 700 lt con tostature molto basse, 12 mesi in bottiglia prima del rilascio. Numero di bottiglie dell’annata 2017: 1250.
Etna Rosso DOC Nerello Mascalese “Qubba” Monteleone 2018. Lo si può accostare a leggere pietanze a base di carne, verdure di stagione, ottimo compagno di grigliate e Barbecue. Può invecchiare per una decina d’anni.
Etna Rosso DOC Nerello Mascalese “Qubba” Monteleone 2018. Monteleone: vita e lavoro in vigna ed in cantina, nessuna linea di demarcazione. La coltivazione dell’uva e la successiva creazione dei suoi vini alle pendici dell’Etna è entrata prepotentemente nelle esistenze di Giulia Monteleone, il padre Enrico e di Benedetto Alessandro, enologo, marito di Giulia. I loro percorsi di vita sono stati davvero diversi, ma li hanno portati, tra colpi di scena degni di una sceneggiatura holliwoodiana, ad incontrarsi e a scegliere insieme di imbarcarsi in quella grande e complessa avventura che è fare il vino. La loro, infatti, non è un’impresa di famiglia, ma più semplicemente una famiglia: la cura della vigna, la produzione del vino sono entrati così prepotentemente nelle loro esistenze da non riuscire più a tracciare una linea di demarcazione tra vita e lavoro.
Il progetto Monteleone, di vino e di vita, prende forma nel Luglio 2017 quando, dopo una lunga ricerca, si individuano due ettari di vigna vecchia a pochi passi dal fiume Alcantara. Siamo ai piedi dell’Etna a poco meno di cinquecento metri sul livello del mare e a meno di cinquanta passi dall’antica Cuba di Santa Domenica, un gioiello bizantino di rara ed integra bellezza. Arrivati qui, in una torrida giornata d’estate, un vento caldo spazzò via, in pochi attimi, i dubbi, le perplessità: era questo il locus amenus che stavano cercando, il posto giusto dove fare il loro vino. Negli anni successivi si sono dedicati ad ampliare l’azienda con nuove vigne il cui frutto sarà la matrice di nuovi vini. Una storia in divenire quella Monteleone, dove il bello è che il più è ancora da fare.
I suoli vulcanici.
Se l’Etna è un luogo unico in cui far vino il merito, assieme alle non comuni condizioni climatiche, è senz’altro della sua terra. I suoli vulcanici, originatisi dallo sgretolamento di diversi tipi di lava, di età geologiche differenti, e da materiali eruttivi quali lapilli, pomici, ceneri e sabbie sono naturalmente ricchi in minerali. Altra caratteristica è la grande permeabilità dei suoli, che garantisce la salubrità delle uve nonostante le abbondati precipitazioni. Di grande interesse poi i terreni cosiddetti mischi ovvero quei suoli composti di sabbie vulcaniche ed argille, si trovano lungo le rive del fiume Alcantara, confine naturale tra le terre nere e quelle bianche.
Le vigne delle Contrade Etnee Monteleone.
Le vigne si trovano nel versante Nord dell’Etna, dislocate in due diverse contrade: Cuba e Pontale Palino. Sono grandi differenze di terroir tra una contrada e l’altra, per questo la decisione di vinificare ogni parcella separatamente: ogni etichetta è quindi espressione di una singola vigna. In Contrada Cuba gli ettari vitati sono due: circa un ettaro e mezzo è coltivato a spalliera e risalente al 1970; i restanti cinquemila metri sono invece allevati ad alberello, la tipica forma di allevamento della vite etnea, e risalgono al 1935. Le uve sono le autoctone Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, con piccole percentuali di Alicante. In Contrada Pontale Palino, a circa 700 metri sul livello del mare, Monteleone possiede invece poco meno di tremila metri di alberello a piede franco, prefillosserico, il cui immenso patrimonio genetico miriamo a difendere negli anni futuri.
Fonte: monteleonetna.com
Peso | 1 kg |
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Cantina | MONTELEONE. Contrada Sciambro, Castiglione di Sicilia, Catania, Italia. |
Annata | 2018 |
Denominazione | Etna Rosso DOC. |
Vitigni | Nerello Mascalese in purezza. Zona di produzione: versante est dell'Etna, 700 m s.l.m. |
Tipologia | Vino Bianco fermo. |
Formato | |
Gradazione alcolica | 12% vol. |
Temperatura di servizio | 16°-18°C |
Abbinamenti | A tutto pasto con portate elaborate a base di carne. Grigliate e Barbecue. |
Longevità | Fino a 10 anni. |
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