Il nettare degli dei: l’Acquavite di Miele. Acquavite di miele poliflora edulcorata con miele di macchia siciliana caratterizzata da note agrumate di zagara e di timo arbustivo “Sataredda”. Elaborata attraverso un tradizionale processo, viene prodotta artigianalmente sull’altopiano Ibleo, mediante l’impiego di alambicco a colonna a ciclo discontinuo, in bagnomaria di vapore. Il distillato ottenuto è caratterizzato da persistenza aromatica e gusto avvolgente.
Temperatura di servizio 8-10°C
Il distillato si presenta all’aspetto ambrato e cristallino. All’olfatto rilascia aromi morbidi, gradevoli, delicati e dalla velata sensazione dolce, l’alcool appare come un complemento quasi secondario. Al gusto il gradevole sapore si equilibra con l’alcool mai particolarmente pungente che sfuma rapidamente al palato lasciando un piacevole retrogusto aromatico e persistente.
Il finale è molto intenso con i ricordi di miele che accompagnano la degustazione.
Prodotto dalla distillazione di idromele sapientemente ottenuto con tecniche rigorosamente all’avanguardia ma avendo riguardo alle fermentazioni tradizionalmente realizzate.
Aphrodision 4.18 acquavite di miele poliflora
Aphrodision 4.18 è un’acquavite di miele poliflora sapientemente ottenuta utilizzando una ricetta tramandata nei secoli nell’altopiano Ibleo. La distillazione viene effettuata artigianalmente, esclusivamente nel territorio, attraverso alambicchi a colonna a ciclo discontinuo, in bagnomaria di vapore. Il distillato si presenta perfettamente cristallino e trasparente ed il suo bouquet è elegante e sensuale con particolarissime note tostate.
Temperatura di servizio 10-12°
Il distillato si presenta all’aspetto trasparente e cristallino. All’olfatto rilascia aromi morbidi, gradevoli, delicati e dalla velata sensazione dolce, l’alcool appare come un complemento quasi secondario. Al gusto il gradevole sapore si equilibra con l’alcool mai particolarmente pungente che sfuma rapidamente al palato lasciando un piacevole retrogusto aromatico e persistente. Il finale è molto intenso con i ricordi di miele che accompagnano la degustazione.
La Demetra di Morgantina, Museo Archeologico di Aidone, Enna
La distilleria Monterbe ha sede a Palazzolo Acreide (SR) ed è situata nel contesto naturalistico dei monti Iblei in Sicilia. Tradizioni di vario ordine di questo territorio, vedono al tempo della dominazione spagnola, la pratica della distillazione, mediante l’uso dell’ alambicco a campana, il quale consente la ricaduta dei vapori all’ interno della caldaia, questo singolare metodo veniva utilizzato in centro america “Caraibi” per le melasse da canna da zucchero. Non avendo però i contadini melasse da zucchero disponibili, ma avendo miele in grande quantità, sugli iblei è situata anche la necropoli di Pantalica, a cui si può ricondurre la vita del popolo delle api durante la faces di Pantalica nel 7° secolo avanti Cristo, il collegamento tra alambicco a campana e melassa da miele venne presto collegata dagli apicoltori dell’800, chiamati “Fasciddari”.
Un altra importante testimonianza storica, proviene dallo studio della Professoressa Martina Albertocchi che ha analizzato i ritrovamenti archeologici rinvenuti nel sito di Bitalemi (Gela) a cui si aggiungono le steli calcaree di origine corinzie, rinvenute ad Akrai (Palazzolo Acreide), dall’insieme dei due emerge che era frequente l’uso di idromele durante le festività di Demetra, dea della fertilità e dell’abbondanza, a cui veniva dedicato un rito molto particolare: le Thesmoforie di Demetra.
nel terzo giorno chiamato kalligeneia, la gioia e l’inno a demetra veniva finalmente celebrato mediante il consumo di idromiele per lenire la sofferenza subita. Quindi distillato di miele dal periodo spagnolo, fermentato di miele dal periodo greco, riusciamo così a leggere i presupposti per i quali la distilleria Monterbe, non poteva che iniziare il proprio percorso produttivo, proprio da questi inebrianti, presenti da secoli nel territorio Ibleo.
Un fermentato di acqua e miele di origini antiche, oggi prodotto anche con metodo classico come fosse uno spumante.
Si ritiene che sia la prima bevanda fermentata della storia, oltre che il primo alcolico creato dall’uomo: la preparavano già i nostri antenati nelle caverne, e la amavano i romani. Veniva consumata durate i simposi o le cerimonie sacre: nella mitologia indoeuropea è stata per tempo simbolo dell’immortalità, soprattutto per Celti e Germani, che la definivano “nettare degli Dei”. Oggi l’idromele viene prodotto con rigore e fantasia, interpretato in tanti modi.
Lo staff Monterbe
Ma Monterbe, aveva ed ha, anche un altro obiettivo da raggiungere, volgendo lo sguardo a quel sistema, divenuto frontiera, che pone al centro la dieta mediterranea, i cui contenuti spesso soltanto etici, ma di alto profilo nutrizionale, devono anche trovare formulazioni adeguate sotto il profilo bio-chimico. Le produzioni realizzate tutte rigorosamente di tipo artigianale, vedono l’esplicitazione di pratiche erboristiche che intendono impiegare la biodiversità presente sui monti Iblei.
Motivo per cui la ricerca e l’individuazione dei prodotti del paniere del miele deriva dall’ obiettivo di realizzare un acquavite, che ben si colloca nella dieta mediterranea, e quindi non più solo informazioni legate all’ ottimismo dei cultori, che in tutto il mondo manifestano affezione per essa, ma anche analisi della bassa ossidazione delle materie prime che la compongono, (olio, vegetali e genuinità degli ingredienti). Monterbe seguendo tali principi, che poi sono alla base di diete salutistiche, coltiva la realizzazione di prodotti dal marcato profilo organolettico alcalinizzanti per l’organismo.
Nel caso dell’Idromele, con un PH di circa 3,4, che viene trasferito senza mutazioni anche nel distillato, parametro sufficiente nel primo caso a tenere lontano i patogeni, fa si che i due prodotti realizzati, nelle diverse varianti disponibili, rende i medesimi idonei a favorire la digestione dei cibi, sia durante il pasto con l’idromiele aromatizzabile con le varie botaniche Iblee, sia per il dopo pasto con il fine distillato di miele (da non confondersi con la grappa al miele che è cosa ben distinta) anche questo bevuto puro o nella variante al timo.
Aphrodision 6.64 Akrai, vai allo Shop Online
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L’idromele va consumato fresco, ad una temperatura di circa 10-12°C, e viene generalmente abbinato alla pasticceria secca, dato il suo sapore gradevolmente dolce, come sostituto di un vino passito o di un vin santo. Si accompagna bene anche ai formaggi erborinati e alla frutta secca.
Gli abbinamenti con il cibo degli idromele possono essere i classici per concordanza, come nel caso dei vini bianchi dolci, con preparazioni come crostate di frutta, sopratutto pere, e torte di nocciole o cioccolato o che vedano il miele come componente dolcificante. Molto bene anche i cantuccini che coniugano quanto detto in precedenza.
Oppure si può lavorare sulla contrapposizione, con formaggi erborinati o a pasta dura mediamente stagionati, su cui spesso viene utilizzato il miele in abbinamento, insieme alla confettura di pere. Sempre in contrapposizione, ma giocata sulla sapidità, l’abbinamento intrigante con i crostacei crudi, come gli scampi, che hanno una buona dolcezza e grassezza in bocca.
Da provare anche con una tartara di carne cruda o con una Tarte Flambeè di Colmar con panna,cipolle e pancetta. Si può anche pensare al cioccolato fondente per l’idromele di castagno che ha una struttura ed un tannino superiore oppure alla frutta secca in croccantino di zucchero caramellato.
Gambero Rosso riccetta Cocktail
Davide Scalora, Sikanfood