Il Favoloso Miele dei Monti Iblei Siciliani
Da 2500 anni (cioè da Eschilo al Novecento) nella letteratura si parla d’Ibla, delle città siciliane così chiamate, della loro ubicazione, di fatti militari e amministrativi attinenti ad esse. Fertilità e bellezza del paesaggio, fiori, miele, api e cera, buoi, greggi, pastori, poesia e confronti con Atene e l’Attica sono motivi ricorrenti, fino a costituire un topos, un luogo comune. Gli scrittori parlano d’Ibla magari senza mai esservi stati e s’ispirano a questo luogo per similitudini o fantasie e nostalgie bucoliche. Ma c’è anche chi ne parla a fini storici, geografici, naturalistici.
Molto lunga è la lista degli autori che hanno parlato del miele ibleo. Della sua “perfezione” parlò il greco Strabone affermando che dopo la distruzione d’Ibla il nome d’essa era rimasto grazie all’ottimo miele ibleo. Ma è molto significativa anche l’analisi fatta dal medico e naturalista Dioscòride Pedanio, anche lui greco, che si può definire fondatore dell’erboristeria e che giudicò il miele ibleo “eccellentissimo, dolcissimo, pungente, profumatissimo, biondo, non fluido ma viscoso, e vigoroso”.
Moneta dell’antica Grecia
Nel nostro passato, sia in Grecia che in Magna Grecia esisteva un forte legame fra l’uomo e la natura, spesso deificata o onorata a tal punto da essere effigiata nelle monete da scambiare.
Il mondo greco considerava le api da miele allo stesso livello dei loro uomimi da lavoro.
Il miele ibleo rappresenta uno dei mieli più noti e celebrati al mondo. In epoca greca, e in forma ancora maggiore in epoca romana, fu descritto e citato da numerosissimi scrittori.
L’ape mellifera divenne un simbolo di Ibla, effigiata nelle sue monete: dei suoi monti si diceva che fossero affollati di api e di fiori. Il termine Ibla divenne sinonimo di dolce e il miele di questi colli divenne eccelsa espressione poetica.
Solo il miele ibleo poteva essere paragonato, secondo gli antichi, al miele del monte Imetto, prodotto in Grecia, e spesso veniva giudicato superiore a quello greco. La fama del miele ibleo oltrepassò l’epoca classica, giungendo nei testi medievali e venendo descritto da insigni personaggi come Shakespeare e diversi altri autori esteri; così come venne accolto nei testi degli autori italiani: il miele degli Iblei lo si ritrova in Foscolo, D’Annunzio, Quasimodo e in molti altri ancora.
La produzione del miele ibleo non è terminata con le epoche passate. Ancor oggi sul territorio si lavora e si produce miele. Attualmente il miele ibleo è riconosciuto come prodotto P.A.T. della regione Sicilia e le zone di produzione sono il siracusano, il catanese e il ragusano. Oltre al miele di timo viene prodotto anche il miele di cardo, zagara, carrubbo e eucalyptus.
Il Miele di Zagara d’Agrumi dei Monti Iblei e dell’Agro Siracusano
Tra le tipologie di miele più “famose” e apprezzate in Italia dobbiamo sicuramente ricordare il miele di agrumi. Grazie alle estese coltivazioni presenti nelle regioni meridionali del nostro paese e nelle isole è possibile apprezzare questo squisito prodotto che le api realizzano bottinando i fiori di zagara, ovvero i fiori degli agrumi.
Appena prodotto, quando si presenta ancora allo stato liquido, il miele di agrumi ha un colore molto chiaro, assumendo tonalità che vanno dal trasparente al giallo paglierino. Dopo la cristallizzazione, invece, tende al bianco o al beige chiaro. Questo processo, del tutto naturale e spontaneo, permette la formazione di cristalli di dimensioni varie in base alle condizioni di conservazione. A livello olfattivo, presenta il caratteristico profumo floreale che ricorda i fiori da cui viene prodotto, ma che si attenua con il passare del tempo, virando verso note più fruttate. Il gusto, molto dolce, con una gradevole punta acidula, ripercorre le caratteristiche del suo tipico profumo.
Anche il miele di agrumi condivide le numerose proprietà benefiche che caratterizzano il “super-alimento” miele: antiossidante e antinfiammatorio, è una preziosissima fonte di energia (non solo per gli atleti) e può essere usato come sedativo della tosse e per contrastare raffreddamenti e sintomi influenzali. Il miele di agrumi, però, presenta anche delle peculiarità tutte sue. Esso ha un effetto rilassante e calmante e viene spesso consigliato per alleviare gli stati d’ansia e contrastare mal di testa e insonnia. Viene anche ritenuto che possa stimolare l’appetito, oltre ad aiutare la digestione dopo un pasto eccessivamente abbondante. Infine, gli vengono attribuite proprietà depurative dell’organismo, soprattutto se consumato prima dei pasti.
Il suo sapore dolce lo rende molto gradito ai palati e per tal motivo viene spesso utilizzato per la preparazione di pietanze salate, come gli arrosti, e dolci, soprattutto fritti. Ne viene molto consigliato il consumo in abbinamento con formaggi quali la mozzarella, la scamorza e il caciocavallo. È spesso utilizzato anche come dolcificante di tè e tisane. Come sappiamo, però, è meglio non scaldare eccessivamente il miele, perché se no se ne perderebbero tutte le sue numerose proprietà benefiche.
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Timo Ibleo Siciliano in Fiore
Miele di Timo dei Monti Iblei Siciliani. Questa varietà di timo è una buona pianta mellifera, molto bottinata dalle api che ne ricavano anche un miele monoflora. È molto usato in cucina, come molte altre specie di timo. In particolare, per le sue proprietà antibatteriche, è molto utile per aiutare la digestione e ridurre la fermentazione intestinale, ad esempio, accompagnando un piatto di fagioli.
Il Timo è una specie a portamento arbustivo, alta circa 20-30 cm, intensamente aromatica. Ha fusto legnoso con corteccia biancastra e rami ricoperti da una fitta peluria. Le foglie sono piccole, sessili, revolute sui margini, di colore grigio-verde. I fiori sono piccoli e tubolari, di colore dal bianco al roseo-purpureo, riuniti in infiorescenze a grappolo. La parte superiore del calice è tipicamente piatta.
Il nome generico (Thymus) deriva da un antico nome greco usato da Teofrasto, un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici, per una pianta profumata utilizzata come incenso nei sacrifici. Il nome specifico (vulgaris) significa “comune”.
Il timo (Thymus capitatus, serpyllum, vulgaris e altre specie della famiglia delle labiate) è un piccolo arbusto diffuso nelle aree più aride del Mediterraneo, con prevalenza nella zona orientale. Al genere timo appartengono numerose specie. La pianta fiorita o le foglie vengono sfruttate per il loro contenuto in essenza, che contiene dal 20% al 40% di fenoli, principalmente timolo, che trova impiego come stimolante, coleretico, balsamico, anticatarrale, antispasmodico, antibatterico per via interna. Inoltre Thymus vulgaris e Thymus serpyllum sono utilizzati per conferire gusto ai cibi.
Le produzioni principali di questo miele in Italia vengono dai Monti Iblei, in Sicilia, e si tratta di thymus capitatus. Fiorisce in maggio-giugno. Il timo serpillo fiorisce invece da maggio a settembre a seconda dell’altezza. Spesso conferisce una nota pungente ai mieli chiari di alta montagna.
Il miele di timo cristallizza spontaneamente, spesso con cristalli irregolari, il colore è da ambra chiaro a ambra quando è liquido, da beige a nocciola quando è cristallizzato, l’odore e il sapore sono di media intensità, persistente in bocca
Alcune parole o espressioni usate per descrivere l’odore: floreale e speziato, di fiori secchi, di fiori di magnolia, di erbe aromatiche, di fiori strofinati, di chiodi di garofano, di plastica bruciata, di matita da disegno, di legno di cedro, di vin brulé, di marsala, di pasta di zucca gialla al forno
Alcune parole o espressioni usate per descrivere il gusto/aroma: salato, di timolo, di farmacia, di erbe aromatiche non del tutto essicate, di plastica, di matita, di dattero, di pepe Il miele di timo può avere vari usi in gastronomia, in particolare come glassa e in abbinamento a formaggi stagionati e piccanti.
Il gusto del miele di timo è molto simile a quello di eucalipto forse perché condivide l’aromaticità degli oli essenziali che restano all’interno del miele stesso e gli donano un sapore particolarmente intenso.Gli assaggiatori gli conferiscono le caratteristiche di un profumo forte, speziato, che ricorda il legno aromatico, il vin brulé e i chiodi di garofano.La sua dolcezza è media con sapore aromatico che resta persistente nella bocca e che termina con un retrogusto balsamico.Il suo colore è ambrato con una tendenza a diventare bruno e solitamente con il tempo e l’abbassamento della temperatura il miele solidifica; nel caso del miele di timo cristallizza in una grana fine a consistenza molto compatta, processo che avviene comunque abbastanza lentamente a causa del fruttosio.
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Su Sikanfood abbiamo selezionato e scelto il miele ibleo dell’azienza Santo Gozzo, la quale ha sede a Solarino in provincia di Solarino. Santo Gozzo gode di una posizione strategica per l’apicoltura. Infatti si trova praticamente immerso in mezzo agli agrumeti siracusani e a un tiro di schioppo dai Monti Iblei. L’apicoltore esperto conosce le stagioni e le postazioni dove e quando porre le arnie delle api, affinchè queste possano bottinare il meglio del nettare dei Monti Iblei e dei rigogliosi agrumeti che vi si trovano attorno.
Con lodevole passione, pazienza e duro lavoro Santo Gozzo alleva le sue api con amore e cura professionale. Per questo motivo il suo miele risulta uno fra i migliori della zona, e noi siamo felici di poterlo offrire ai nostri ospiti, che sicuramente potranno apprezzarne le doti, le qualità ed il gusto sopraffino.
Ricordiamolo: si tratta di un alimento del tutto naturale: dal fiore, all’arnia, alla tavola, lavorato in maniera semplice ed artigianale.
Come utilizzare il miele di timo
In cucina il miele è sempre meglio utilizzarlo senza nessun tipo di riscaldamento o cottura per non perderne le proprietà salutari.Viene solitamente aggiunto alle tisane e alle bevande calde appena sono arrivate a temperatura adeguata per essere sorseggiate.
Un cucchiaio a tazza è sufficiente per donare i sui benefici.Il miele inoltre può diventare un ingrediente per una merenda sana e veloce, spalmato sul pane nero o integrale ben tostato e accompagnato volendo a fette di frutta, come le classiche pere autunnali che si sposano perfettamente con l’aromaticità di questo miele.
Una buona macedonia di frutta di stagione con un filo di miele di timo e qualche seme di frutta secca come nocciole, noci, anacardi e pinoli, può essere un altro ottimo spuntino adatto anche ai bambini in fase di sviluppo.
Davide Scalora, Sikanfood